Cuore: centro della vita, luogo della volontà e delle emozioni, sede del peccato. "Il cuore parla ai vasi di ogni membro" è scritto nel papiro di Ebers, a significare che il cuore pompa sangue in tutto il corpo, irrorandolo in ogni sua parte. Sangue: liquido benefico, animato dal soffio della vita e supporto stesso della vita. Il sangue "lega" gli elementi che formano il corpo e trasforma il cibo in carne. Attraverso i vasi sanguiferi (venosi) e acquiferi (linfatici) porta aria alle membra, acqua ai polmoni, al fegato, alla milza e all’ano, sangue e muco al naso, sangue alle tempie, sperma ai testicoli, orina alla vescica ed escrementi all’ano. Il sangue può assumere un ruolo patogeno: in tal caso gli organi e gli alimenti, non più legati tra loro, si accumulano e bloccano il passaggio ai soffi vitali. Cervello: ne vengono descritte accuratamente la forma, le circonvoluzioni e le meningi. Anche se la sede della coscienza e dell'intelletto non era ritenuta essere nel cervello ma nel cuore o negli intestini, gli Egizi avevano intuito i rapporti tra il cervello e il resto del corpo e il nesso tra lesioni cerebrali e paralisi. Testa: la sua importanza risiedeva non tanto nell’essere la sede del cervello quanto nell’essere il ricettacolo degli organi di senso e parte fondamentale del carattere distintivo dell'individuo; per tale ragione svolgeva un ruolo fondamentale nell'aldilà, come dimostrano le "teste di riserva", le maschere funerarie e le riproduzioni del viso del defunto sui sarcofagi. Capelli: vi risiedeva la forza fisica. Ogni acconciatura aveva un suo preciso significato simbolico, dettato dalla moda o dalle convezioni sociali. I sacerdoti erano rasati in segno di sottomissione al dio, il faraone spesso è rappresentato nell'atto di tenere i nemici per i capelli a significarne la sottomissione. E nelle manifestazioni di cordoglio ci si strappava i capelli o ci si tagliava qualche ciocca (il geroglifico della parola "lutto" sono tre ciocche di capelli). Odontoiatria: l'estrazione era il principale rimedio per la cura delle malattie dentarie assai diffuse anche tra i faraoni, ma sono state ritrovate mummie con carie otturate e denti che si muovevano fissati a quelli sani con fili d'oro. Chirurgia: riguardava soprattutto la riduzione delle fratture, l'estrazione di calcoli, operazioni a carico dell'occhio, l'asportazione di tumori esterni e la circoncisione. Ostetricia: ecco un metodo per determinare la gravidanza e conoscere il sesso del nascituro: "Metterai orzo e grano in due sacchetti di tela, che la donna bagnerà con la sua urina, ogni giorno: allo stesso modo metterai in sacchetti di sabbia i datteri. Se orzo e grano germoglieranno entrambi, ella partorirà. Se germoglierà per prima l'orzo sarà una femmina, se germoglierà per primo il grano sarà maschio. Se non germoglieranno né l'uno né l'altro, ella non partorirà Per le ferite alla testa: una valida ricetta suggeriva una "formula da pronunciarsi sugli artigli di un falco e sul guscio di una tartaruga; indi bollire, metterli nell'olio e poi spalmarla sulla testa. Non potrà in tal modo accadere nulla di nefasto". Unguenti e pomate: erano tutti a base di grasso, acqua, latte, vino o birra; di solito per renderli più graditi si aggiungeva un po' di miele Medicamenti: erano di origine vegetale e animale, raramente minerale (ferro, piombo, antimonio). Se di alcuni non si conosce l'azione terapeutica, molti figurano ancora nelle moderne farmacopee come la trementina, la senna, l'olio di ricino, il timo, la celidonia, l'elleboro, il tamerice. La medicina egiziana si avvalse abbondantemente di piante, talvolta provenienti da altri paesi come lo zafferano da Creta, il cinnammomo dalla Cina, profumi e spezie dall'Arabia e dall'Abissinia. La mandragora era usata per gli effetti ipnotici e analgesici, e il giusquiamo come anestetico.